Per il giocatore c’è ancora tanto lavoro da fare

Nonostante potesse scegliere una squadra nella free agency che gli restituisse il ruolo del capitano che ha portato per la maggior parte della sua carriera e prendere più soldi, Blake ha deciso di ritornare a Brooklyn. Qui sente di dover dare ancora tanto e questo per lui vale molto più del denaro.

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Di nuovo a Brooklyn per dare il meglio

Il giocatore trentaduenne era una ex stella in cerca di una squadra che potesse dargli la possibilità di essere utile e dimostrare di valere ancora qualcosa. Così, dopo essersi liberato da Detroit è arrivato a Brooklyn. Griffin afferma di aver subito adorato tutti, dal propietario all’ ultimo dello staff. Inizialmente si è concentrato sulla squadra, sulla stagione e su tutta la nuova situazione in generale, poi dopo aver scoperto le dinamiche ha cercato di dare il meglio di sè cosa che quest’ anno essendo nel team dall inizio sente di poter fare ancora di più. Sostiene che alla squadra servisse proprio una figura esterna che si facesse sentire, un giocatore che non fosse già uno di loro, vista la loro pressione. L anno scorso quel ruolo cruciale, così come l ha definito, era di Jeff Green, quest anno invece sente che può esserlo benissimo lui.

Un ruolo nuovo con l obbiettivo di lavorare su sè stesso

Blake sta lavorando sull’ essere parte del sistema Nets, con l’ obbiettivo di migliorare costantemente, mettendosi alla prova come voleva. Queste sono le cose che contano di più per lui. Il suo primo assaggio di Nets l ha chiuso a 10 punti e 4.7 rimbalzi di media in regoulare season. Da li si è subito calato nella parte di un ruolo nuovo che non aveva mai giocato durante la sua carriera nell Nba.

Un lavoro da portare a termine

Griffin sente dunque di avere le carte in regola per finire il lavoro e si esprime sulla squadra e sulle scelte di Sean. Per lui, ha preso i giocatori che davvero servivano, come Kevin Durant, il quale ha fatto rinnovare il suo contratto consapevole di avere il giusto talento che serve per aiutare tutti a far funzionare le cose. Gli conforta l ‘ idea di sapere che uno come lui sarà in squadra a lungo termine. C’è tanto lavoro da fare e nell Nba niente è  scontato. Ma è decisamente convinto e fiducioso della sua squadra, dei giocatori e dello staff. La sua scelta è stata determinata dal tipo di persone che sapeva di trovare. Un conto in sospeso, quindi: poter portare a termine ciò che lo scorso anno non sono riusciti ad ottenere. Ed è questo che ha fatto capire al giocatore di essere nel posto giusto.