L’Avvocato Iacopo Maria Pitorri (membro della commissione diritti reali e successione dell’Ordine degli Avvocati di Roma), ci parla di questa interesSante pubblicazione sul concetto di giustizia secondo San Tommaso. San Tommaso era l’ultimo di sette figli, in una famiglia di feudatari imperiali. Morto a soli 49 anni, era sempre stato dedito alla lettura e alla scrittura, ma non solo. Oltre a compiere gli uffici liturgici e ascoltare i fedeli o i confratelli, era conosciuto per essere un uomo grande, buono, robusto, dritto. Uno dei grandi a cui si appassionò fu Aristotele, da cui elaborò molti dei suoi concetti sulla giustizia.

San Tommaso e la giustizia: un tema dibattuto

San Tommaso d’Aquino offrì un pensiero molto articolato sulla filosofia occidentale, oltre che esaustivo, scrive l’Avvocato Pitorri, avvocato immigrazionista esperto in diritto dell’immigrazione. Nelle sue opere è facilmente comprensibile vedere come operava e come viveva, sulla base di “una cosa per ogni concetto e un concetto per ogni cosa”.

Per questo motivo, si interrogò spesso nel corso della sua vita sulla fenomenologia giuridica e sulla natura del diritto, oltre che sulla legislazione umana. Il pensiero di San Tommaso è complesso, ma allo stesso tempo molto importante da sapere, diviso tra ragione e relazione.

I tipi di giustizia secondo San Tommaso

Rispetto al platonismo agostiniano, con San Tommaso si ripristinò di fatto il concetto di giustizia di Aristotele. In poche parole, riconobbe la legge divina, sì, ma non la mise in secondo piano rispetto a quella umana. Pose le basi per l’autonomia della legislazione umana, oltre che per la fondazione giuridica del concetto di laicità. Di base, il diritto per San Tommaso era essenziale e presupponeva la razionalità, oltre che le virtù e il bene comune.

Le riflessioni di San Tommaso sulla giustizia

I rapporti di una parte con un’altra, cioè quelli di una persona privata con un’altra sono guidati dalla giustizia commutativa, la quale abbraccia i doveri reciproci esistenti tra due persone“. È ovviamente un enorme inizio, che ci aiuta a comprendere che San Tommaso, con giustizia, intendeva anche la possibilità di avere dei rapporti giusti, che dunque non ledessero alle persone.

La parte è essenzialmente del tutto. Quindi qualsiasi bene della parte è ordinabile al bene del tutto. Ecco perché il bene di qualsiasi virtù, sia che ordini un individuo in se stesso, sia che lo ordini rispetto ad altri individui, è preferibile al bene comune, al quale invece interessata la giustizia E per tale motivo alla giustizia possono appartenere gli atti di tutte le virtù, in quanto essa ordina l’uomo al bene comune. Ebbene, rispetto a questo compito la giustizia si considera una virtù generale o universale. E poiché spetta alla legge ordinare al bene co­mune, questa giustizia generale si denomina giustizia legale: poiché con essa l’uomo viene a concordare con la legge che ordina gli atti di tutte le virtù al bene comune.” Anche questo è un altro pensiero sulla giustizia di San Tommaso che ci aiuta a comprendere come la intendesse.